In arrivo il nuovo Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale: un’occasione per dare valore all’ecosistema dell’economia sociale e al contributo che esso apporta all’economia europea per una crescita sostenibile ed inclusiva.
L’economia sociale è una parte dell’economia guidata principalmente da interessi collettivi e da obiettivi sociali e ambientali.
Il variegato ecosistema dell’economia sociale comprende diversi tipi di imprese e organizzazioni come cooperative, associazioni, mutue, fondazioni, imprese sociali declinate in varie forme giuridiche.
Ciò che rende queste organizzazioni parte dell’economia sociale sono i valori condivisi e le caratteristiche che le uniscono: mettono le persone al di sopra dei profitti, hanno una governance democratica, reinvestono la maggior parte dei profitti nell’organizzazione o in una causa sociale, producono un impatto positivo sulle comunità locali.
In Europa l’economia sociale è uno dei principali attori socioeconomici dell’economia sociale di mercato. Esistono 2,8 milioni di enti e imprese dell’economia sociale che operano in un’ampia varietà di settori e danno lavoro a 13,6 milioni di persone, ovvero il 6,3% della popolazione attiva.
Considerando che l’occupazione retribuita nell’economia sociale varia tra lo 0,6% e il 9,9% di tutti i posti di lavoro tra gli Stati membri, esiste un grande potenziale economico non sfruttato e la possibilità che di creare ulteriori posti di lavoro.
E’ per questo motivo che negli ultimi anni, sia a livello nazionale che europeo, si stanno moltiplicando le iniziative che mettono in risalto il contributo che queste organizzazioni possono dare per affrontare sfide globali sempre più pressanti e complesse, contribuendo ad una crescita economica sostenibile e inclusiva.
Nuove sfide
L’Unione Europea sta affrontando una serie di sfide strutturali che richiedono di rimodulare l’economia e il modo in cui viviamo: oggi più che mai è determinante garantire che le transizioni ad un’economia ad impatto climatico zero, la digitalizzazione e il cambiamento demografico siano socialmente eque e giuste.
Per queste sfide particolarmente complesse, la Commissione europea ha sviluppato un mix di politiche basate su una crescita equa, sostenibile e inclusiva, con al centro il European Green Deal che ha l’ambizione di rendere il nostro continente climaticamente “neutro” entro il 2050, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.
Le conseguenze sociali ed economiche della crisi del COVID-19 hanno reso ancora più pressante la transizione verso un’economia e una società resilienti, basate sui valori della cooperazione, della solidarietà e della responsabilità, sia all’interno dell’UE che a livello internazionale.
In questo contesto, le organizzazioni dell’economia sociale hanno dimostrato una notevole capacità di contribuire al rafforzamento e alla costruzione di comunità resilienti, fornendo strumenti e incarnando nuovi modelli di sviluppo capaci di garantire risposte ai bisogni delle persone e di ottenere un benessere diffuso.
In considerazione di questo potenziale, la Commissione europea ha lanciato un gran numero di iniziative di regolamentazione e supporto allo sviluppo delle realtà imprenditoriali dell’economia sociale, a partire dal Social Business Initiative del 2011 e dallo Start-up and Scale-up Initiative del 2016.
Più recentemente, una serie di iniziative della Commissione hanno sollecitato il potenziale dell’economia sociale in generale e più specificamente in relazione all’obiettivo di una ripresa equa: il Circular Economy Action Plan, lo SME Strategy, il Renovation Wave, il Recovery Plan – Next Generation EU, l’Africa Strategy, lo Youth Employment Support Initiative, l’Action Plan on Integration and Inclusion, l’European Skills Agenda, nonché l’Economic and Investment Plan for the Western Balkans.
Il Pilastro europeo dei diritti sociali
Un ruolo di primo piano è stato riconosciuto all’economia sociale anche nell’attuazione dell’European Pillar of Social Rights, in quanto settore promotore di inclusione sociale e di un migliore accesso al mercato del lavoro.
Lo scorso 4 marzo 2021 la Commissione europea ha finalmente annunciato il Piano d’azione per l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali che trasformerà in realtà i suoi 20 principi chiave che ci guideranno verso un’Europa sociale forte, mirando a migliorare le pari opportunità e l’occupazione per tutti, a garantire condizioni di lavoro eque, inclusione sociale, sistemi di welfare ben funzionanti.
Le organizzazioni dell’economia sociale hanno contribuito alla stesura di questo Piano d’azione partecipando alle consultazioni pubbliche conclusesi a novembre 2020, che hanno visto la restituzione di oltre 1000 contributi scritti da parte di Stati membri, istituzioni e organi dell’UE, regioni, città, parti sociali, organizzazioni della società civile, gruppi di riflessione e cittadini.
Ma non è tutto! L’economia sociale sarà protagonista delle prossime iniziative dell’UE come per es. la consultazione su Renewed Sustainable Finance Strategy o la riflessione sull’estensione del Regolamento sulla tassonomia agli obiettivi sociali, che creeranno nuove opportunità anche in termini di accesso ai finanziamenti, oltre che di creazione di imprese e posti di lavoro.
Il nuovo Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale
Ma l’occasione più promettente per tentare di sfruttare il potenziale del settore dell’economia sociale è rappresentato dal prossimo Europe Action Plan for Social Economy.
Come preannunciato nella comunicazione A Strong Social Europe for Just Transitions, e nel piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, nell’autunno 2021 la Commissione pubblicherà il Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale che mirerà a rafforzare il contributo delle organizzazioni dell’economia sociale a una crescita equa e sostenibile.
Lo strumento metterà in moto un programma di azioni per migliorare gli investimenti sociali; sostenere l’imprenditorialità sociale nell’avvio, ampliamento, innovazione, creazione di posti di lavoro; definire iniziative a livello dell’UE e chiedere un’azione comune da parte degli Stati membri a sviluppare condizioni più favorevoli per le organizzazioni europee dell’economia sociale.
In particolare, alcuni tra i punti salienti intorno ai quali si lavorerà sono:
-aumento della visibilità e riconoscimento delle organizzazioni dell’economia sociale
-sostegno alla generazione di innovazioni sociali e tecnologiche
-miglioramento dell’accesso alla finanza e ai finanziamenti UE e agli appalti pubblici
-rimozione degli ostacoli legali che impediscono la loro capacità di crescere e operare nel mercato unico su un piano di parità con altri tipi di società.
Per implementare l’elaborazione del Piano d’azione per l’economia sociale, la Commissione europea ha lanciato in queste ultime settimane una serie di dibattiti e consultazioni pubbliche. In particolare, lo scorso 1 marzo ha attivato una consultazione sulla Roadmap aperta fino al 26 aprile 2021 per raccogliere i feedback di tutte le reti dell’economia sociale, le parti interessate, le autorità pubbliche.
Tutti siamo chiamati a partecipare attivamente a questa consultazione e plasmare il futuro delle politiche dell’UE per l’economia sociale.
I feedback raccolti saranno sintetizzati in occasione del European Social Economy Summit in programma il 26-27 maggio 2021 a Mannheim e degli 8 eventi digitali organizzati in vista di questo vertice, nonché durante la conferenza organizzata dalla Presidenza portoghese sul tema “Il ruolo dell’economia sociale nella creazione di posti di lavoro e nell’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali” il 29 marzo 2021 e al Social Summit in Porto il 7 maggio 2021.
Il nuovo e forte impulso che l’economia sociale sta vivendo in questo periodo sul piano europeo fa ben sperare. Mai come in questa difficile fase storica l’imprenditoria sociale potrebbe generare modelli, iniziative e ritorni nelle comunità locali, avvicinando tutti al mercato del lavoro.
L’ecosistema dell’economia sociale è ormai in grado di propone soluzioni innovative in materia di istruzione, economia circolare, assistenza sanitaria, transizione energetica e climatica, alloggi sostenibili, creando alleanze strategiche con i territori, i cittadini, le altre imprese e apportando un valido contributo alla ripresa sociale ed economica europea.